Il 2022 rappresenta un anno importante per il VTC, infatti celebriamo il 30° della asd VTC Italia e quindi del VTC nel nostro Paese. Trent’anni sono tanti e pochi per una disciplina che affonda le sue origini nei secoli di cultura e storia vietnamita. Per chi, come me, era presente 30 anni fa, sono proprio tanti: anni di pratica, studio, condivisione che ci hanno accompagnato e hanno modellato le nostre esistenze. Tanti saranno anche i modi di festeggiare questo compleanno. Il Centro Thien Mon li festeggia ricordando il contributo dei tantissimi istruttori che si sono diplomati e hanno presentato il loro lavoro di tesi scegliendo me come Relatore. Sono quasi un centinaio e alcuni di loro hanno presentato tutte le loro tesi insieme a me: percorsi di 15-20 anni condivisi nella teoria e nella pratica. Le loro tesi rappresentano un contributo sempre nuovo, interessante, originale; studio di ricerca oppure di sperimentazione; scelte tecniche o filosofiche; argomenti di ogni genere che mettono al centro lo studio e l’amore per il VTC. Alcuni praticano ancora oggi; altri hanno interrotto la pratica; ma solo interrotto perchè ritornare è sempre possibile e accade continuamente. Il Thien mon inizia a pubblicare estratti da queste tesi come ringraziamento a tutti per esserci ed esserci stati. Il loro lavoro non va perso, I buoni frutti della loro ricerca appartengono al Thien Mon e a tutto il VTC Italia.
Livelli per l’apprendimento del VTC
– G. Morandini [2006]
Un allievo che comincia, mosso inizialmente da semplice curiosità, a frequentare un corso di Viet Tai Chi, si trova immerso in una disciplina che è molto di più di quella “strana ginnastica” che credeva di fare. Dopo le prime lezioni e dopo aver provato a eseguire la prima forma che viene insegnata (LUC DIEU), comincia a porsi le prime domante sul come e sul perché; a questo punto senza volerlo è iniziato il suo cammino verso l’ apprendimento di questa nobile arte.
Le prime difficoltà che si incontrano possono sembrare molto banali, del tipo: ma come faccio a ricordarmi la forma? come faccio a ricordarmene il nome? come faccio a fare quel movimento che sono più rigido di un pezzo di legno?.
Passato qualche tempo e superato l’ impatto iniziale, viene istintivamente voglia di bruciare le tappe e di imparare subito forme nuove, ormai ci si sente dei campioni nel fare il Luc Dieu, vedi gli allievi degli anni superiori fare delle forme più complesse e subito si ha voglia di provarle, sembrano abbastanza facili da imparare. Cominciano anche a cambiare le domande che ci si pone, per esempio: come mai solo si insegnano solo tre forme in un anno? gli allievi più anziani non sono stufi di fare sempre il Luc Dieu?
Poi quando cominci ad assimilare gli insegnamenti del tuo maestro o istruttore e a leggere la dispensa del primo anno e cominci finalmente a intuire di che cosa si parla quando si nomina il VIET TAI CHI. Sono più di quattro anni che pratico il VTC, a queste domande ho trovato risposta. Eseguo il Luc Dieu a ogni allenamento e non mi annoia per niente, anzi a ogni lezione mi incuriosisce sempre di più, e sempre di più mi accorgo di non saperlo eseguire nella maniera corretta, posso affermare che scoprire i miei errori e le mie insicurezze, anche se può sembrare paradossale, mi da soddisfazione, sento che sto imparando.
La domanda più importante che mi pongo adesso è: per conoscere una bene una forma di VTC, cosa bisogna imparare? La risposta è che non si è mai finito di imparare una forma di VTC, si deve sempre perfezionare l’esecuzione e studiarla negli innumerevoli aspetti teorico-pratici.