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Una finestra sul Viet Tai Chi: 30 anni di tesi. #13 Etica e Viet Tai Chi

Il 2022 rappresenta un anno importante per il VTC, infatti celebriamo il 30° della asd VTC Italia e quindi del VTC nel nostro Paese. Trent’anni sono tanti e pochi per una disciplina che affonda le sue origini nei secoli di cultura e storia vietnamita. Per chi, come me, era presente 30 anni fa, sono proprio tanti: anni di pratica, studio, condivisione che ci hanno accompagnato e hanno modellato le nostre esistenze. Tanti saranno anche i modi di festeggiare questo compleanno. Il Centro Thien Mon li festeggia ricordando il contributo dei tantissimi istruttori che si sono diplomati e hanno presentato il loro lavoro di tesi scegliendo me come Relatore. Sono quasi un centinaio e alcuni di loro hanno presentato tutte le loro tesi insieme a me: percorsi di 15-20 anni condivisi nella teoria e nella pratica. Le loro tesi rappresentano un contributo sempre nuovo, interessante, originale; studio di ricerca oppure di sperimentazione; scelte tecniche o filosofiche; argomenti di ogni genere che mettono al centro lo studio e l’amore per il VTC. Alcuni praticano ancora oggi; altri hanno interrotto la pratica; ma solo interrotto perchè ritornare è sempre possibile e accade continuamente. Il Thien mon inizia a pubblicare estratti da queste tesi come ringraziamento a tutti per esserci ed esserci stati. Il loro lavoro non va perso, I buoni frutti della loro ricerca appartengono al Thien Mon e a tutto il VTC Italia.

La strada del rispetto e dell’umiltà
[S. Cupido] 2013

Così come in tutte le discipline orientali anche nel Viet Tai Chi il saluto e di fondamentale importanza. Ricordo ancora la prima volta quando mi avvicinai a questa disciplina, nella prima serata di prova, quando il nostro istruttore ci mostrò il saluto semplice. L’atto di inchinarsi per molti di noi non abituati alle discipline orientali ci sembrò una forzatura, un atto di sottomissione, troppo forte per noi “occidentali” non abituati a questa forma di saluto. Il disagio però è andato via via diminuendo quando ci siamo addentrati in una conoscenza un pò più approfondita di questa disciplina anche con l’ausilio del libro di testo. Nel corso degli anni i continui allenamenti, lo studio per il passaggio di anno, hanno ampliato le nostre conoscenze ed ora quell’ inchino che ci ha messi così a disagio le prime volte, è diventato un momento di riflessione personale, un atto di rispetto verso il nostro istruttore, i nostri compagni e l’arte che pratichiamo, un momento di stimolazione energetica attraverso la respirazione e la stimolazione di vari punti energetici, la comunicazione tra il Cielo e la Terra, un esercizio fisico di allungamento della colonna vertebrale, un momento di presa di coscienza che l’essere umili non ci fa apparire deboli ma che l’umiltà di apprendere ci rende più forti e consapevoli delle nostre capacità. Credere nella pratica del Viet Tai Chi significa disporsi alla novità di pensieri, atteggiamenti, e di azioni; significa elevare il proprio io ad una dimensione che ci aiuta a superare le difficoltà della vita quotidiana, semplicemente con l’apprendimento di tecniche che si perfezionano con la costante e assidua pratica; significa diventare noi stessi uomini nuovi, capaci di rigenerare dal di dentro le infinite potenzialità, che non sempre siamo riusciti ad esprimere. Rispettare ed essere rispettati, riconoscere l’altro ed essere riconosciuti come persone e non come strumenti, mettere in atto le potenzialità sia corporee sia intellettuali, fare della lealtà uno stile di vita, credere in quello che facciamo, non passivamente, ma con senso critico , essere umili abbattendo l’orgoglio e la vanità questo e molto altro ancora possiamo trarre come insegnamento ogni volta che ci accostiamo a questa pratica, nata in un paese così lontano da noi, ma così vicina da essere maestra di vita.

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