Perché le tabelle delle corrispondenze esercitano un fascino così grande?
Macrocosmo e microcosmo sono collegati. Quello che troviamo nell’immensamente grande, lo troviamo anche nell’immensamente piccolo. A unirli ci siamo noi, l’Uomo: ritroviamo al nostro interno gli stessi meccanismi che regolano tutte le cose. Come collegare allora concetti, fenomeni, caratteristiche?
Tutti siamo stati affascinati dalle tabelle delle corrispondenze che troviamo nello studio della nostra Disciplina. Pensiamo che ogni tabella racchiuda infiniti aspetti della conoscenza ma è complicato comprendere e ricordare. Questo perchè la loro composizione deriva da un metodo di ragionamento che non pratichiamo spesso. L’Occidente infatti ha provilegiato il metodo DEDUTTIVO quando l’Oriente da migliaia di anni ha perfezionato e affinato a livelli altissimi il metodo INDUTTIVO.
Vediamo in breve che cosa significa questa affermazione.
La filosofia occidentale esiste con quale scopo? Conoscere la verità? Rispondere alle grandi domande sull’esistenza dell’Uomo? Trovare una spiegazione alle emozioni e in particolare alla sofferenza umana? Si, ma c’è molto di più. Tutti i bambini sono un po’ filosofi, poi possono continuare ad esserlo da adulti, coltivando il pensiero riflesso. Essere filosofi vuol dire vivere meglio? Forse. Ma per convivere con i problemi della vita la sola conoscenza non basta. Ci vuole la saggezza. Col tempo la filosofia si è strutturata in Scuole e branche ma quello che le accomuna è il metodo di ragionamento che viene da lontano, dai filosofi greci. Uno dei primi ad affrontare il tema del ragionamento induttivo e deduttivo fu proprio Aristotele. Per Aristotele l’Induzione è il procedimento che dai particolari porta all’universale. È lo strumento alla base delle scienze legate all’osservazione, soprattutto della natura.
Al contrario la deduzione parte dal generale per arrivare al particolare. Quindi secondo Aristotele il metodo induttivo non è propriamente un ragionamento ma solo osservazione perché si basa sull’esperienza, il vero ragionamento sta nel dedurre cioè arrivare a una conclusione senza il bisogno dell’esperienza.
Nel ragionamento induttivo, ovvero per analogia, quello su cui si basano le corrispondenze che vogliamo comprendere, è necessario trovare tra due campi presi in considerazione somiglianze che giustifichino l’estensione di una certa proprietà.
Il lato assolato di una collina è caldo; Il sole è caldo; Il fuoco è caldo: hanno tutti proprietà Yang
Il lato in ombra è fresco; la luna è fredda; l’acqua è fredda: tutti hanno proprietà Yin
L’analogia è in questo modo un ragionamento capace di suggerire nuove linee di indagine e nuovi risultati ed è suscettibile d’essere sottoposto sia a valutazione razionale sia a verifica empirica, caratteristiche queste che ne confermano il valore.
La filosofia orientale non si stacca dalla vita adoperando ragionamenti deduttivi ma rimane aderente alla pratica mediante il ragionamento induttivo. Il pensiero cinese cerca la verità nella combinazione delle teorie anche se esse sono parzialmente opposte, perché ne ricerca la base comune.
Secondo Anne Cheng Sinologa francese, il pensiero cinese opera a partire da un substrato comune implicitamente accettato e quindi per forza eterogeneo; al contrario del pensiero filosofico ereditato dalla cultura greca che avverte la costante esigenza di render conto dei suoi fondamenti.
L’assenza di questa teorizzazione alla maniera greca spiega la tendenza cinese al sincretismo: le idee invece di costruirsi in concetti si sviluppano in un grande gioco di rinvii che altro non è che la tradizione, che diviene così un processo vivente. Insomma il pensiero cinese non procede in modo lineare o dialettico, quanto piuttosto a spirale. Il pensiero cinese è sempre e totalmente immerso nella realtà ed il fine ultimo non è il ragionare sempre meglio, ma il vivere sempre meglio la propria natura d’uomo in armonia con il mondo.
Ecco dunque la base del ragionamento nelle corrispondenze: qualcuno ha trovato somiglianze, ha costruito raggruppamenti di concetti collegati tra loro solo per osservazione sperimentale, nella vita quotidiana, nella natura.
Nascono strutture maestose come cattedrali in cui ci muoviamo e riconosciamo queste somiglianze, una volta che ci sono state mostrate. Con meraviglia ci ritroviamo a pensare: Ah ecco! È vero!
Impareremo anche col tempo a vederne qualcuna da soli ma per farlo dobbiamo abituarci a questo modo di ragionare, o meglio, di vivere ogni nostra esperienza.