Il 2022 rappresenta un anno importante per il VTC, infatti celebriamo il 30° della asd VTC Italia e quindi del VTC nel nostro Paese. Trent’anni sono tanti e pochi per una disciplina che affonda le sue origini nei secoli di cultura e storia vietnamita. Per chi, come me, era presente 30 anni fa, sono proprio tanti: anni di pratica, studio, condivisione che ci hanno accompagnato e hanno modellato le nostre esistenze. Tanti saranno anche i modi di festeggiare questo compleanno. Il Centro Thien Mon li festeggia ricordando il contributo dei tantissimi istruttori che si sono diplomati e hanno presentato il loro lavoro di tesi scegliendo me come Relatore. Sono quasi un centinaio e alcuni di loro hanno presentato tutte le loro tesi insieme a me: percorsi di 15-20 anni condivisi nella teoria e nella pratica. Le loro tesi rappresentano un contributo sempre nuovo, interessante, originale; studio di ricerca oppure di sperimentazione; scelte tecniche o filosofiche; argomenti di ogni genere che mettono al centro lo studio e l’amore per il VTC. Alcuni praticano ancora oggi; altri hanno interrotto la pratica; ma solo interrotto perchè ritornare è sempre possibile e accade continuamente. Il Thien mon inizia a pubblicare estratti da queste tesi come ringraziamento a tutti per esserci ed esserci stati. Il loro lavoro non va perso, I buoni frutti della loro ricerca appartengono al Thien Mon e a tutto il VTC Italia.
Il Viet Tai Chi nel processo di sostegno dei pazienti oncologici nel loro percorso di cura: aspetti istituzionali e metodologici
– Nunzio Ianiri [2020]
Con questo lavoro credo forse di aver aperto una porta. Forse ho indicato un percorso anche costituito da ponti di comunicazioni tra persone, situazioni, esigenze, azioni, enti, associazioni nell’ottica dell’interdipendenza degli esseri.
Il VTC significa il Grande Tutto e quindi comprende qualsiasi cosa o situazione, anche il concetto di malattia e di morte. Questa per quanto inaccettabile significa trasformazione. Le nostre paure bloccanti ci dicono che malattia e morte sono socialmente inaccettabili e devono essere esorcizzabili con varie forme e pratiche religiose, laiche, razionali, ecc…
In ogni caso possiamo intervenire, aiutare, sostenere contribuire ad offrire un minimo livello di attenzione per alleviare un po’ di sofferenza. Anche la pratica del VTC potrà così offrire un piccolo contributo anche alle malattie e quindi anche ai pazienti oncologici.
Facciamo quindi fare esperienza e formiamo alcuni istruttori e maestri della VTC Italia ad operare meglio in questo settore di sostegno del processo di cura e diamo loro strumenti tecnici e teorici per orientarli e supportarli nel loro prezioso compito/missione.
Del resto anche noi progressivamente invecchieremo, perderemo l’abilità e ci ammaleremo e quindi potenzialmente, se in quei momenti praticheremo ancora il VTC, potremmo operare direttamente, (ancora in questo caso) su noi stessi e sostenerci direttamente. Così dovrebbero diventare anche i nostri pazienti.