il segreto della bellezza
«Non ci sono segreti nascosti nel Tai Chi, ma soltanto cose troppo piccole per essere viste». Huang Sheng Shyan
Il Tai Chi è sempre bello da vedere ma possiamo dire esattamente perché? Nella pratica e nella consapevolezza ci sono diverse fasi di sviluppo e questo si percepisce anche dall’esterno.
All’inizio impariamo i movimenti, ovvero gli aspetti più macroscopici dell'arte: le posizioni, i movimenti, i gesti, le "tecniche". Tutto ciò che risulta ampio e visibile. Vederli fare è già bello; si tratta di tecniche eleganti, circolari, ricche di simboli, in cui il corpo si muove seguendo proporzioni armoniose e in qualche modo naturali.
A questo livello però, il tai chi rimane inespresso perché deve avviarsi anche il processo di percezione dell’energia interna che permette di veicolare la forza elastica, quella proveniente dai legamenti, in modo che il movimento diventi veramente fluido e rilassato. Quando guardiamo un praticante eseguire i suoi movimenti con questa consapevolezza, ce ne accorgiamo subito.
Dopo anni di pratica arriva anche la fase successiva, in cui sembra che il praticante affondi all’interno della propria pratica, percependo piccole cose, piccole aperture dei tendini, minime contrazioni dei muscoli.
L’ultima fase è quella in cui si raggiunge il Vuoto. È una fase a cui pochi arrivano, nella quale chi la attraversa, e mai riesce a completarla, diventa capace di annullare ogni tensione fisica, mentale ed emotiva.
Nel raggiungimento del Vuoto c’è la massima propriocezione, i movimenti non sono evidenti, dal di fuori si sente l’energia che fluisce senza ostacoli.
Ecco perché quando si guardano i Maestri eseguire una forma si pensa di vedere la vera bellezza. Non saranno i movimenti a livello fisico quelli della capacità atletica della gioventù, ma la loro essenza ispira la perfezione, l’energia si percepisce, si fonde con la materia, nel Vuoto e nel Pieno. |