Il 2022 rappresenta un anno importante per il VTC, infatti celebriamo il 30° della asd VTC Italia e quindi del VTC nel nostro Paese. Trent’anni sono tanti e pochi per una disciplina che affonda le sue origini nei secoli di cultura e storia vietnamita. Per chi, come me, era presente 30 anni fa, sono proprio tanti: anni di pratica, studio, condivisione che ci hanno accompagnato e hanno modellato le nostre esistenze. Tanti saranno anche i modi di festeggiare questo compleanno. Il Centro Thien Mon li festeggia ricordando il contributo dei tantissimi istruttori che si sono diplomati e hanno presentato il loro lavoro di tesi scegliendo me come Relatore. Sono quasi un centinaio e alcuni di loro hanno presentato tutte le loro tesi insieme a me: percorsi di 15-20 anni condivisi nella teoria e nella pratica. Le loro tesi rappresentano un contributo sempre nuovo, interessante, originale; studio di ricerca oppure di sperimentazione; scelte tecniche o filosofiche; argomenti di ogni genere che mettono al centro lo studio e l’amore per il VTC. Alcuni praticano ancora oggi; altri hanno interrotto la pratica; ma solo interrotto perchè ritornare è sempre possibile e accade continuamente. Il Thien mon inizia a pubblicare estratti da queste tesi come ringraziamento a tutti per esserci ed esserci stati. Il loro lavoro non va perso, I buoni frutti della loro ricerca appartengono al Thien Mon e a tutto il VTC Italia.
Viet Tai Chi: analisi di un percorso evolutivo di crescita interiore attraverso lo studio dei poemi.
– S. Crivellari [2009]
Nell’arte marziale vietnamita notiamo come ogni forma venga accompagnata dal nome, che le è stato dato dal Maestro che l’ha creata, e da un poema, il “Thieu”, costituito da una successione di immagini che, da un lato aiutano l’allievo a memorizzare i vari passaggi della forma, dall’altro, essendo basato su immagini simboliche, nasconde un messaggio più profondo, che dovrà essere ricercato con attenzione e che esprime concetti che possono essere molto utili non solo in un eventuale combattimento fisico, ma anche nella vita quotidiana. Questo risulta particolarmente vero proprio per il Viet Tai Chi, in quanto la lentezza dei movimenti ne palesa maggiormente l’aspetto di ricerca interiore, più che di acquisizione di abilità nel combattimento. Potremmo, a mio avviso, dire che nel Tai Chi il combattimento è di tipo interiore, è una lotta dell’uomo contro le proprie paure profonde, alla ricerca della propria essenza e delle proprie virtù nascoste, al fine di scoprire l’armonia in noi stessi e, di conseguenza, con tutto il creato. E’ per questo che mi è parso di rilevare, mano a mano che l’allievo progredisce nelle sue capacità di tipo atletico, una sorta di evoluzione anche nella sua crescita interiore, attraverso gli insegnamenti che vanno sviluppandosi nello studio e nella pratica dei vari Quyen.
Il progresso che mi è sembrato di intravedere segue il seguente sviluppo:
1. Analisi Interna: parte dalla scoperta del sé (momento di rientro in se stessi), tipica del primo anno.
2. Analisi Esterna: nel secondo anno segue l’apertura (o forse sarebbe più corretto parlare di ri-apertura) verso l’esterno, inteso come tutto ciò che è al di fuori dell’uomo e che viene guardato con occhi nuovi, con una diversa consapevolezza.
3. Seconda Analisi Interna: nel terzo anno, grazie ai progressi compiuti nei due anni precedenti, operiamo un nuovo rientro in noi stessi, questa volta per imparare a conoscere come funziona il nostro corpo e come avviene la circolazione dell’energia interna ad esso. E’ possibile a questo punto anche un miglioramento dello stato di salute generale, poiché dalla conoscenza delle modalità di funzionamento del nostro organismo deriva anche una maggiore consapevolezza di come e perché certi modi di affrontare la vita e determinati atteggiamenti possano influire sullo stato di salute. Mettendo insieme quanto finora imparato con le conoscenze fisiche del nostro corpo si ha una riscoperta di se stessi, visti in modo più completo, che ci può portare alla consapevolezza che possiamo coltivare solo ciò che è in noi.
4. Seconda Analisi Esterna: nel quarto anno possiamo, infine, aprirci nuovamente verso ciò che è esterno a noi, per acquisire la conoscenza di come funziona il mondo.